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Carmina Cantabrigiensia - The Cambridge Songs - L'opera


Genere: Narrativo

XXXV - Sacerdos et Lupus

Il carmen parrebbe mera satira sui costumi del clero ma, poiché parte da riferimenti penitenziali e liturgici che denotano una profonda conoscenza dei testi sacri, fa pensare a una sorta di auto critica, oppure di critica da parte di esponenti del clero a dei propri pari.
Le sole voci nere affrontano il tema con un semplice botta e risposta a due voci mentre la parte più drammatica del racconto, caratterizzata dalle crescenti dissonanze, è affidata a dieci solisti, a rappresentare il passa-parola con cui la storia si è diffusa.


ATTENZIONE: Le voci dei solisti e del coro non sono reali, sono ottenute
da campionature dei suoni e devono essere intese solo a titolo esemplificativo.

TESTO

Quibus ludus est animo
et iocularis cantio,
hoc advertant ridiculum;
est verum, non ficticium.
   Chi si diverte con scherzi
e canzoni leggere,
presti attenzione a questo racconto buffo;
è tratto dal vero e non inventato.
 
Sacerdos iam ruricola
aetate sub decrepita
vivebat amans pecudis,
hic enim mos est rusticis.
   Un prete di campagna,
già avanti negli anni,
viveva amando le pecore,
questo è l'uso tra i rustici.
 
Ad cuius tale studium
omne patebat commodum,
nisi foret tam proxima
luporum altrix silvula.
   Per questa sua passione
tutto aveva a disposizione,
sennonché la piccola foresta vicina
nutrice era di lupi.
 
Hi minuentes numerum
per eius summam generum
dant impares ex paribus
et pares ex imparibus.
   Questi riducono il numero delle pecore
e il rapporto delle specie,
rendendo dispari i pari
e pari i dispari.
 
Qui dolens sui fieri
detrimentum peculii,
quia diffidit viribus,
vindictam querit artibus.
   Il prete si duole
che il suo gregge diminuisca,
e poiché non ha fiducia nelle sue forze,
cerca vendetta nell'astuzia.
 
Fossam cavat non modicam,
intus ponens agniculam,
et ne pateret hostibus,
superne tegit frondibus.
   Una fossa, non piccola, scava,
dove pone un agnellino,
e perché i nemici non la vedano
la copre di fronde.
 
Humano datum commodo
nil maius est ingenio!
Lupus, dum nocte circuit,
spe prede captus incidit.
   Nulla è concesso all'umana utilità
di più grande dell'ingegno!
Un lupo, che di notte s'aggirava,
cade preda mentre la preda cerca.
 
Accurrit mane presbiter,
gaudet vicisse taliter;
intus protento baculo
lupi minatur oculo.
   Alla mattina accorre il sacerdote
e di tale vittoria gioisce;
proteso dentro la fossa con un bastone
minaccia il lupo all'occhio.
 
«Iam», inquit, «fera pessima,
tibi rependam debita.
Aut hic frangetur baculus,
aut hic crepabit oculus».
   «Ora», disse, «orribile bestia,
ti farò pagare i tuoi debiti.
O questo bastone si romperà
oppure il tuo occhio si lacererà».
 
Hoc dicto simul impulit,
verbo sed factum defuit,
nam lupus servans oculum
morsu retentat baculum.
   Detto questo subito attaccò
ma alla parola non seguì il fatto,
infatti il lupo protegge l'occhio
fermando con un morso il bastone.
 
At ille miser vetulus,
dum sese trahit firmius,
ripa cedente corruit
et lupo comes extitit.
   Il povero vecchietto,
mentre quello lo trascina con forza a sé,
scivola sotto il cedere del bordo
e si trova compagno del lupo.
 
Hinc stat lupus, hinc presbiter,
timent, sed dispariliter,
nam, ut fidenter arbitror,
lupus stabat securior.
   Da una parte sta il lupo, dall'altra il sacerdote;
hanno paura ma diversa,
infatti, come penso senza ombra di dubbio,
il lupo era più sicuro.
 
Sacerdos secum mussitat
septemque psalmos ruminat,
sed revolvit frequentius
«Miserere mei, Deus!».
   Il prete bofonchia
e i sette salmi si ripassa,
ma con grande frequenza ripete:
«Abbi pietà di me, Dio!».
 
«Hoc» inquid «infortunii
dant mihi vota populi,
quorum neglexi animas,
quorum comedi decimas.»
   «Questa sventura», dice,
«mi è procurata dale preghiere del popolo,
poiché ne ho trascurato le anime,
pur mangiando le loro offerte».
 
Pro defunctorum merito
cantat «Placebo Domino»,
et pro votis viventium
totum cantat psalterium.
   In onore dei defunti
si mette a cantare «Placebo Domino»,
e per le preghiere dei viventi
canta tutto quanto il salterio.
 
Post completum psalterium
commune prestat commodum
sacerdotis timiditas
atque lupi calliditas.
   Una volta completato il salterio,
un comune vantaggio riguardò
la paura del sacerdote
e anche la scaltrezza del lupo.
 
Nam cum acclinis presbiter
perfiniret «Pater noster»
atque clamaret Domino
«Sed libera nos a malo»,
   Infatti non appena il prete, genuflesso,
ebbe finito il Padre Nostro
e stava invocava Dio con
«liberaci dal male»,
 
Hic dorso eius insilit
et saltu liber effugit,
et cuius arte captus est,
illo pro scala usus est.
   il lupo gli saltò sulla schiena
e con un balzo fuggì libero,
e colui che con un artificio l'aveva catturato
venne utilizzato come scala.
 
Ast ille letus nimium
cantat «Laudate Dominum»
ac promittit pro populo
se oraturum amodo.
   Il prete contentissimo
si mette a cantare «Laudate Dominum»
e promette di pregare,
d'ora in poi, per il popolo.
 
Hinc a vicinia queritur
et inventus extrahitur,
sed nunquam post devotius
oravit nec fidelius.
   Cercato quindi dai vicini
e trovato, venne estratto dalla buca:
da quel momento mai pregò
senza grande devozione e fede.


ORGANICO
5 Tenori solisti
5 Bassi solisti

Coro:
Tenori
Bassi
Orchestra:
Violini primi
Violini secondi
Viole
Violoncelli
Contrabbassi

Se qualcuno deciderà di mettere a repertorio uno o più di questi brani, mi mandi le registrazioni, in modo che io possa pubblicarle: purtroppo con gli strumenti di cui dispongo non posso simulare le voci del coro con risultati accettabili.
Oltre ai singoli spartiti, è disponibile anche il libretto (16 MB) con spiegazioni, testi e traduzioni, oppure il libro (70 MB) che contiene quanto presente nel libretto più tutti gli spartiti e le copie dei fogli originali di Cambridge.
Se necessitate delle parti distinte, contattatemi per avere il file di Finale.
Hey! Non dimenticatevi di farmi sapere che cosa ne pensate.


La mia musica è disponibile anche su iTunes.

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